(terzo giorno) Va bene che la cosa di Lord Byron che sbarca a Patrasso per liberare la Grecia dai Turchi, si becca una febbre reumatica e muore senza sparare un colpo, fa moooolto eroe romantico (lo spirto guerriero ch'entro mi rugge e così via), ma pare che i Greci non facciano altro che attendere il 25 marzo, festa dell'indipendenza.
E' tutta la settimana che da ogni parte spuntano bandiere greche, sulle quali ormai sono un esperto (le strisce orizzontali, ad esempio, sono tante quante le sillabe di Libertà O Morte. Incantevole) e la guida trova sempre occasioni di parlare male dei Turchi (celebre la storia del Partenone usato come polveriera, ma furono comunque i Veneziani a spararci sopra - poi pare si siano pure presi i cavalli che stanno a san Marco).
Comunque, dato che tutti i musei sono chiusi e tocca occupare la giornata, ci svegliamo un po' più tardi, prendiamo l'ormai leggendario 5 (pieno di studenti in divisa, giuro) e ci avviamo alla volta di Syntagma, solo che il tram si ferma prima e, costeggiando il solito tempio di Zeus Olimpico, arrivamo alla piazza, giusto in tempo per la parata militare (!).
Mentre ci muoviamo, cominciano a sfrecciarci sulla testa dei caccia che fanno un rumore orrendo e poi siamo costretti a fermarci proprio nel punto in cui la parata gira l'angolo e così ci becchiamo quasi tutto il corteo da dietro (la cosa pare un po' mussoliniana e sono fermamente convinto che alcuni battaglioni fanno due volte lo stesso giro per sembrare di più).
Chi mi conosce sa che l'unica cosa militare che apprezzo è questa; comunque sopravviviamo e, una volta nella piazza, vediamo tipo per la 37a volta il cambio della guardia, solo che ora è in alta uniforme.
L'albergo ci ha dato dei panini per il pranzo, con tanto di uovo sodo (attenzione! non panini con dentro un uovo sodo a fette, proprio un intero uovo sodo che secondo loro mangeremo a morsi), per cui andiamo prima a visitare la cattedrale e poi lasciamo i ggiovani a scorazzare per la Placa ("un quartiere costruito apposta per turisti con i soliti negozietti" e mi autocito).
Io mi chiudo in un internet café e scrivo questo post.
Quando ci ritroviamo a Syntagma, trovo i miei in un momento di profonda italianità: si sono comprati un pallone e stanno giocando a calcio con un cane randagio a cinque metri dalla tomba del milite ignoto.
Curiosamente, nessuno ci spara, anche perché i Greci si aspettano ben altro dagli Italiani: pare che il Dante non faccia più gite in Grecia da quando, anni fa, i ggiovani studenti staccarono la bandiera greca dall'Acropoli e vennero arrestati (volitat fama per ora virum... ).
Torniamo in albego (sempre col 5), ceniamo e poi riusciamo (stavolta col pullman privato) per vedere Athens by night.
La meta è il Licabetto, uno dei sette colli della città.
Per salire in cima c'è una teleferica (teleferik, tipo) che costa 4.5 euro; un po' perché squattrinati, un po' perché arditi, un gruppetto si cimenta con me nella salita notturna.
La vista, giuro, merita. Meno il vento glaciale che soffia.
Riprendiamo il pullman e il tragitto per Glyfada è allietato da un fanciullo cui esce sangue dal naso. Copiosamente.
Vado a dormire, solo per essere svegliato, tipo all'alba, da un contrito studente...
| inviato da
il 31/3/2006 alle 22:26 | |