Non ricordo bene chi sia stato il primo (Mariah Carey? Elvis?) ma da qualche anno diversi artisti (o le loro case discografiche) pubblicano antologie con il titolo di Number Ones, "Numeri Uno", di solito al culmine della loro carriera.
Il Numeri Uno di Mariah Carey raccoglieva i suoi effettivi numeri uno americani (17. Troppi, per avere ancora fiducia nel sogno americano), mentre i Beatles e Elvis Presley optarono per la formula "numero uno in America o in Inghilterra" ma altri, tipo i Bee Gees o Michael Jackson finirono col pubblicare dei Number Ones che non erano arrivati in vetta a nessuna classifica, cosa che li rendeva analoghi a dei banali Greatest hits.
A questo elenco, tocca ora aggiungere il Number ones degli ABBA (che per la cronaca hanno avuto un solo #1 negli USA, Dancing queen).
Di suo, la raccolta è un po' inutile: è stato recentemente ripubblicato lo storico Greatest hits del 1976, c'è sempre la meravigliosa Gold del 1992 e una notevole Definitive collection del 2001 (considerato che si sono sciolti nel 1983, mi pare possa bastare) - ma ogni occasione è buona per parlare degli ABBA, quindi vale la pena di farlo, invitando ogni essere vivente a comprarsi 'sta raccolta, a meno che non ne abbia già una.
Ecco la sequenza del disco:
Si comincia con Gimme gimme gimme, essenzialmente perché il suo campionamento è alla base di Hung up di Madonna. Oltre a questo, è una grande canzone. Parte migliore: i sette secondi di acuto su midniiiiiiiiiiiiiiight a partire da 2 minuti e 44 secondi dall'inizio.
Mamma mia è forse una delle canzoni più famose degli ABBA, e non solo perché la cantano in Priscilla o perché sia citata in Bohemian rapsody dei Queen. Lo è essenzialmente per il titolo italiano e per la profonda drammaticità con cui Frida e Agneta cantano the end dopo 0.24 secondi
Che dire su Dancing queen che non sia mai stato detto? Che Robbie Williams potrebbe rifarla con Frida, ad esmepio...
Super trouper è imperdibile per almeno tre cose: il sorriso di Agneta quando canta number one, l'accento svedese di Frida quando dice Glasgow (00.37) e lo zumpapa del ritornello (1.08)
SOS: Mai tanta disperazione è stata messa in una canzone, direi. E con una musica decisamente allegra.
Summer night city: gli ABBA fanno i Blondie che fanno i Bee Gees
Money money money: ogni volta che la sento ripenso alla scena di Gatto nero gatto bianco in cui appare la canzone, una delle cose più sfacciatamente capitalistiche mai scritte. Talmente bella da non poter nemmeno essere scalfita dalla cover che ne hanno fatto i Madness (la si trova qui, insieme ad altre discutibili cover degli ABBA)
The winner takes it all: dovrei farci un post apposta.
Chiquitita: di certo non si può negare che gli ABBA amassero titoli idioti per grandi canzoni. Questa è stata regalata all'UNICEF, tipo
One of us: una delle tante canzoni degli ABBA sul tema del divorzio, cosa che negli anni '70 loro per primi facevano continuamente.
Knowing me knowing you: altro capolavoro assoluto (ufficialmente meglio della Cappella Sistina) e altra canzone sul divorzio (scritta ante factum).
Voulez vous: perché gli ABBA sono internazionali, n'est-ce pas?
Fernando: originariamente cantata (in svedese) da Frida in un suo album solista, è stata poi ripresa dal gruppo con un nuovo testo in inglese che parla della rivoluzione messicana. E' allo stesso livello della meravigliosa El lute dei Boney M
Waterloo: è la canzone che ha fatto conoscere gli ABBA al mondo, vincendo l'Eurofestival nel 1974. La similitudine tra la sconfitta napoleonica e la fine di una storia d'amore è da manuale, la versione rifatta dai Doctor & The Medics un po' meno.
Ring ring: l'idea del telefono nel titolo sarà ripresa da Alessandro Canino anni dopo ('famoso' per Brutta, fece poi una cosa in cui il tuu... tuu... del telefono libero aveva un ruolo pregnante). Notevole il fatto che la casa discografica credeva che l'incisione fosse venuta male perché il cantato è più basso rispetto alla musica
The name of the game: la cosa dei divorzi a un certo punto stava un po' prendendo la mano...
I do I do I do I do I do: è quello che si ottiene facendo rifare i Beatles a quattro svedesi
Take a chance on me: più gay di Mamma mia.
I have a dream: quando la cantano gli ABBA, sembra sincera; quando la rifanno i Westlife, no.
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il 8/11/2006 alle 23:50 | |