1 settembre 2009

vita scolastica
la santa guerra dei pezzenti
E quindi siamo finiti su repubblica.it.
La giornata è stata epocale, nel senso che è stata una delle convocazioni peggiori della mia pur breve carriera; nessuna ha partorito sulle scale, ma siamo rimasti a bivaccare dentro il Russell per 7 ore e mezza, mentre si scopriva che tipo 5 o 6 delle cattedre originariamente disponibili erano in realtà inesistenti, arrivavano voci incontrollate di cattedre tenute nascoste al Virgilio e all'Augusto, la gente ripensava la propria vita in vista di un trasferimento a Subiaco o Pomezia, i carabinieri arrivavano senza aver idea di cosa dovessero fare, i cellulari suonavano ininterrottamente, i poveri studenti del Russell facevano scritti e orali del recupero debiti e i bambini dei precari piangevano.
Alla fine, con enorme dolore ho scoperto che le cattedre del Mamiani erano finite tutte ai sovrannumerari di altre scuole (grazie, Gelmini).
Ma, tra gli ultimi ad avere le cattedre, pare che tornerò più o meno là dove ho, dolorosamente, lasciato un pezzo enorme del mio cuore.
1 aprile 2009

letteratura
puro genio
27 dicembre 2008

letteratura
non vitae gaudia quaero

Questo La nascita dell'eroe di Paduano è un libro piccolino, ma densissimo (e di non facilissima lettura), in cui i tre modelli (Achille, Odisseo ed Enea) dell'idea stessa di 'eroe' sono discussi con intelligenza e dottrina (e spesso in polemica con la vulgata, come quando si spiega che Ettore non è 'buono' rispetto al 'feroce' Achille). Qui la recensione di Eva Cantarella.
30 agosto 2007

letteratura
apoteosi di saturni

Questa serie di libretti della Laterza (‘prima lezione’) mi pare un’idea carina (si prende una materia e se ne fa scrivere una lezione, non necessariamente introduttiva, ad un luminare, tipo Luca Serianni per la grammatica o Paolo Matthiae per l’archeologia orientale).
La Prima lezione di letteratura latina (essenzialmente, pagine su Nevio, Ennio e Virgilio) è poi affidata ad un Maestro di quelli veri, Antonio La Penna, ed è notevolissima (riesce a rendere attraente uno come Nevio, e non mi pare poco).
La filologia, come dovrebbe essere.
5 giugno 2007

vita scolastica
'bibbia' è neutro plurale
Poi magari scrivo qualcosa sulla gita in Fattoria, ma intanto solo poche righe per la pseudopolemica demente del giorno, talmente importante che persino Daniela Santaché ci tiene a farci sapere cosa ne pensa.
Pare che si voglia proporre di far entrare la Bibbia come ‘libro di testo in tutte le scuole’ e per l’occassione gli ‘intellettuali’ hanno fatto un appello in materia e siccome da noi tutto è in politica (cosa ne pensa Riforndazione del perfetto III? qual è la posizione di Mastella sull’ottativo obliquo?) avremo, per un paio di giorni, un vivace dibattito sulla ‘cosa’.
Giova forse ricordare che la Bibbia è già nelle scuole e nei libri di testo.
Prendo un’antologia di Epica a caso (Carlà-Sgroi, L’epica nel tempo, Palumbo 2005) che comprende al suo interno, a fianco dei vari Omero, Virgilio, Esiodo, Ovidio, Ariosto e Tasso, anche testi biblici (creazione e diluvio in primis) che il docente può usare, senza chiedere permesso a Fioroni, in un percorso didattico.
E ancora, quest’anno, ad Antologia Latina (testo adottato Flocchini-Guidotti Bacci, Alle radici della civiltà europea – Antologia di autori latini, Bompiani 2002), in un percorso sui miti della creazione, ho trovato, a fianco di un Ovidio semplificato (in prosa! orrore orrore!) la Vulgata di Gerolamo e ne abbiamo letto e commentato in classe un paio di capitoli (potevo privare i ggiovani di un latino terribile come quello di Gerolamo ed il suo barbaro et vidit Deus quod esset bonum?), senza per questo sentirmi un teodem.
Fine della polemica, direi.